L'Ancora Agnoniana
Perché Agnon scelse questo nome? La questione è legata a una concezione cabalistica non meno audace dello Sabbatianesimo [movimento messianico ebraico del XVII secolo] - riguardo l'unione della Shekhinah [presenza divina] con Dio. Questa concezione è anche la fonte del modernismo di Agnon - e il motivo per cui fu accettato al di fuori del mondo religioso. Un legame unilaterale, che contiene un elemento esplicito di necessità e un elemento nascosto di volontà e una qualche impossibilità intrinseca e speranza e attesa senza fine, cioè agunah [donna il cui marito è scomparso] nel linguaggio della tradizione - è ciò che lega Agnon alle fonti dell'assurdo moderno
Autore: Il Liberatore delle Agunot
Mantiene una relazione di agunah con il mito morto - e non si libera
(Fonte)Agnon, come suggerisce il suo nome, si occupa dell'agunah, ovvero dell'impossibilità di liberarsi da qualcosa che non c'è più, non esiste più. Come in "Shira", o in generale nel suo rapporto ingenuo-cinico con la tradizione, o con la cittadina che non c'è più, o nell'impossibilità di liberarsi da Blak, o da Bluma, o da qualche ingiustizia del passato. Questa è per lui una visione del mondo completa, centrale, dell'impossibilità di liberarsi da qualcosa che non è più veramente vivo, e da qui la vicinanza a Kafka, e l'impossibilità di concludere, o di divorziare, anche a livello personale, di liberarsi dalla posa.
Questo si collega anche a una concezione nazionale dell'impossibilità di liberarsi dall'esilio, ma l'audacia principale sta nella concezione del rapporto tra Dio e il popolo d'Israele, non come matrimonio, fidanzamento o divorzio - ma come agunah. Il Dio assente e l'impossibilità di liberarsi da Lui - che è anche mancanza di volontà, nonostante Egli non sia presente da tempo. In effetti, Egli cerca continuamente di scomparire e di assentarsi, fin dal giardino dell'Eden dove li lasciò e scomparve, e poi peccarono, e poi Egli ritorna. Ogni volta abbandona il mondo, come Mosè che andò sul Monte Sinai e non tornò, e poi ritorna quando hanno peccato.
Al mitico Agnon riuscì ad arrivare solo attraverso la ricerca accademica, non direttamente, a toccarlo attraverso il fazzoletto della ricerca, per esempio in "Ido ve-Inam" e in "Ad Olam". Anche Scholem riuscì a toccarlo attraverso la ricerca, e non direttamente, e Agnon seguì la sua strada - ma i tentativi diretti non ebbero successo. Non nel "Libro dei Fatti", non nei passaggi surrealistici. La letteratura ebraica moderna non ha più accesso al mito. Nemmeno in Agnon, e nemmeno in Shabtai in "Sof Davar". È stata esiliata dal mito perduto.